Donne in Musica – Intervista – 2015

Mi permetto di farle un piccolo appunto. Molte sue domande sono vaghe, incomplete e malposte. Elisabetta Brusa

Punto I. Come si è avvicinata alla musica

A1        Come è avvenuto il primo approccio con la musica?

Dalla nascita avevo in casa il pianoforte di mia nonna

A2      Atteggiamento della famiglia nei confronti del suo interessamento alla musica

Estremamente incoraggiante

A3       Come ha deciso di continuare gli studi?

A 19 anni ho deciso che non volevo frequentare l’università bensì il Conservatorio

Punto II.  Formazione professionale.

A2           Ruolo della scuola musicale.

Quella italiana inibente a causa della chiusura intellettuale di molti musicisti.

B2           Qual è stato il momento formativo per eccellenza?

Gli studi con Hans Keller a Londra, i Corsi di Dartington Hall in Gran Bretagna e il Corso del Tanglewood Music Center negli Stati Uniti.

C2            Che tipo di valutazione da oggi alla formazione ricevuta?

Eccezionale

D2           Tra le sue compagne di corso quante hanno approdato alla professione?

Non so rispondere con esattezza riguardo allo sbocco compositivo.

E2            Che tipo di realizzazione hanno avuto?

Docenti di Conservatorio oppure scuole musicali

F2             Può parlare del suo essere donna all’interno del Conservatorio?

Il ruolo della donna non è ancora pienamente paritario a causa di molti preconcetti.

Punto III.  Difficoltà dopo il diploma

A3            Difficoltà generali (p. es. trovare lavoro, ad affermarsi, ad insegnare…)

Trent’anni fa ho avuto la fortuna di ottenere un posto in Conservatorio appena terminati gli studi, cosa oggi impossibile per un neodiplomato. Inoltre, il clima culturale italiano non mi ha permesso di essere conosciuta così quanto all’estero.

B3            Difficoltà come compositrice.

Difficoltà nel trovare esecuzioni e un editore in Italia.

C3             Competitività con i maschi.

È una cosa alla quale non ho mai pensato.

D3            Diffidenza.

Sono diventata diffidente col tempo a causa di alcune esperienze negative.

E3             Riesce facilmente a gestire la vita privata con quella professionale?

Molto difficilmente

Punto IV.  Rapporto con l’utenza

A4              Quando compone musica ha in mente un pubblico particolare a cui 

                   Rivolgersi?

Compongo per me stessa, ma trovo che le mie musiche piacciono al pubblico della musica classica.

B4             In quanto donna si pone il problema di comunicare con le altre donne?

Una volta ero più riservata e parlavo poco con chiunque, ma adesso sono diventata più socievole eccetto con chi trovo decisamente antipatico.

C4             Esiste un modo femminile di fare musica?

No

D5            Cosa non le piace della sua professione e cosa cambierebbe?

I tempi ristretti delle commissioni, gli scarsissimi, poco riscontrabili e trasparenti diritti d’autore.

La scarsissima considerazione del ruolo del musicista nella nostra società